Conto corrente estero: obblighi dichiarativi

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Conto corrente estero: obblighi dichiarativi

Expats Desk

Avere un conto corrente estero

In questo articolo, tratteremo un argomento collegato alla fiscalità internazionale, ovvero la titolarità di un conto corrente estero.

Avere un conto corrente estero, oggi non è una situazione infrequente. Infatti, per via della mobilità internazionale, non solo delle persone, ma anche dei capitali, l’apertura di un conto corrente, in uno Stato diverso da quello di residenza, può essere un’operazione necessaria. Si può pensare al caso in cui un soggetto, pur essendo residente in uno Stato, abbia rapporti professionali o di affari in un altro Stato, che rendano necessario avere un conto corrente estero. Altra circostanza può essere il possesso di un immobile tassato in uno Stato estero, e quindi per agevolare il pagamento delle imposte, può essere necessario aprire un conto corrente nello Stato ove si verseranno le tasse.

Avere un conto corrente estero è rischioso?

Si tratta di una domanda spesso posta ai professionisti. Come anticipato sopra, aprire un conto corrente all’estero non è di per sè ne illegale, ne tanto meno rischioso. In realtà, l’aspetto sul quale occorre soffermarsi per rispondere a questa domanda, sono le ragioni per le quali si è titolari di un conto estero. 

Le fattispecie illegali frequentemente riscontrate collegate a conti esteri sono: riciclaggio ed evasione fiscale. Pertanto se una persona è titolare di un conto estero, dovrà essere in ogni momento in grado di dimostrare la liceità delle movimentazioni del conto. E’ inteso che la liceità deve essere provata sia per le operazioni in entrata, che per le operazioni in uscita. Particolare attenzione va prestata anche nei casi in cui, seppur il conto corrente estero non sia intestato ad un persona fisica, ma sia intestato ad esempio ad una società, la persona fisica abbia “la disponibilità” di questo conto  estero, in qualità di amministratore della società.

Obblighi dichiarativi per persone fisiche titolari di un conto estero

Esiste un obbligo dichiarativo specifico per le persone fisiche titolari di conti correnti esteri. Si tratta della compilazione di uno specifico quadro, il quadro RW, all’interno della dichiarazione dei redditi.

Tale obbligo è stato introdotto dalla normativa sul monitoraggio fiscale, con Legge 227/90. La normativa prevede che devono essere dichiarati, anche, depositi e conti correnti bancari costituiti all’estero indipendentemente dalle modalità di alimentazione (ad esempio, accrediti di stipendi, di pensione o di compensi). 

Le principali informazioni che dovranno essere fornite nel dichiarativo sono: la titolarità del conto, il codice dello Stato estero, la percentuale di titolarità del conto, il valore all’inizio del periodo di imposta, o all’inizio del periodo di detenzione, ed il valore al termine del periodo di imposta,o al termine del periodo di detenzione. Inoltre, dovrà essere indicato l’ammontare massimo che il conto corrente ha raggiunto nel periodo di imposta, se questo è detenuto in Paesi non collaborativi (cioè in Paesi che non scambiano informazioni con l’Italia). Bisogna poi indicare il numero di giorni di detenzione nel caso in cui sia dovuta l’IVAFE

Pagamento dell’IVAFE sui conti correnti esteri

L’inserimento all’interno della dichiarazione dei conti correnti esteri, serve anche per liquidare l’imposta dovuta. Si tratta dell’IVAFE, ovvero dell’imposte sul valore delle attività finanziarie all’estero. l’IVAFE è dovuta quando, la giacenza media del conto corrente, per periodo di imposta, supera i 5.000€. In questo caso dovrà essere versata un’imposta di 34,20 euro.

Raffaele Marino
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